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Videosorveglianza: ecco le 10 regole per non violare le norme sulla privacy

L'installazione di un sistema di videosorveglianza comporta il trattamento costante dei dati personali, pertanto, se si decide di adottarlo per proteggere, per esempio, la proprietà privata dalle infrazioni, è necessario prendere qualche misura precauzionale.

Questa forma di sorveglianza infatti, a seconda della situazione, può anche provocare (pur involontariamente) una grave violazione della privacy delle persone riprese dalle telecamere.

Prima di pianificare, installare e utilizzare tale sistema, è quindi fondamentale che non solo l'utente si informi sulle modalità d'uso considerate legali in Italia, ma che segua anche queste 10 semplici regole per non violare le norme sulla privacy.

Seguendole in modo scrupoloso, non solo potrà beneficiare di tutti i vantaggi offerti dalla sorveglianza video, ma eviterà di incorrere in denunce da parte di terzi e in sanzioni pecuniarie.

1. La videosorveglianza è consentita soltanto se si teme, o si è subita, una violazione della privacy

Se il proprietario di un immobile teme, oppure in passato ne è stato vittima, di subire un furto, un vandalismo o un'altra violazione della privacy personale, in questo caso può decidere di installare, oltre ad un antifurto, anche un sistema di videosorveglianza.

L'adozione della sorveglianza video è permessa anche quando sussistono interessi privati, o pubblici, o le persone interessate dalla stessa accettino di farsi filmare.

Il titolare di una gioielleria, per esempio, può installare videocamere nel suo negozio per prevenire i furti e fornire anche prove alla polizia nel caso in cui si verifichino, mentre il proprietario di un bar, che vuole condividere dei video ripresi durante una serata organizzata nel suo locale sulla pagina Facebook ufficiale, prima di farlo deve chiedere il consenso alle persone riprese.

La videosorveglianza invece non è consentita nel caso in cui la si voglia usare per spiare o per controllare i movimenti delle altre persone, salvo casi estremamente eccezionali e gravi.

Per esempio, se una donna è vittima di stalking e teme che il suo ex compagno possa farle del male fisico, può installare un sistema di videosorveglianza all'esterno della sua casa e che riprenda soltanto l'ingresso.

In questo modo, oltre a non violare la privacy delle persone che stanno transitando lontano dalla sua abitazione, in caso di pericolo potrà agire tempestivamente e allertare la polizia.

2. La videosorveglianza non deve riprendere aree pubbliche

Un sistema di videosorveglianza puntato sull'ingresso della casa, o all'interno di un negozio o di una banca, è permesso in quanto non riprende aree pubbliche né tanto meno di passaggio.

Tuttavia, fatta eccezione per quelle installate dalla polizia o dal Comune nei punti di passaggio per proteggere i cittadini dalle infrazioni, che sono giustificate, le telecamere che vengono installate dai privati non possono riprendere aree pubbliche o di passaggio.

Tornando al proprietario della gioielleria, per proteggere i suoi interessi lui può installare videocamere all'interno del suo negozio, ma non all'esterno, e men che meno in modo tale che inquadrino la strada che passa vicino alla sua vetrina.

3. La sorveglianza video può essere attuata solo se le altre misure di sicurezza hanno fallito o risultano insufficienti

La videosorveglianza, e questo è un punto importante che ci teniamo a sottolineare, può essere attuata soltanto se le altre misure di sicurezza, come le serrature aggiuntive, le porte blindate o gli allarmi antifurto, si sono rivelate insufficienti o poco pratiche.

Per esempio, se il proprietario di un garage, in passato, è stato vittima di vandalismi, può installare telecamere a circuito chiuso nel proprio posto auto per scoraggiare altri episodi di questo stampo o fornire materiale utile alla polizia per le indagini.

Le telecamere a circuito chiuso nei camerini invece, o nei servizi igienici, non possono essere installate in quanto violano l'intimità delle persone.

Per scoraggiare i furti, e senza intromettersi nella privacy delle sue clienti, il proprietario di un negozio di abbigliamento può adottare sistemi meno invasivi, come ad esempio installare sui vestiti delle etichette dotate di allarmi che suonano se una persona esce dal negozio senza aver pagato la merce.

4. I responsabili della videosorveglianza devono informare, tramite cartelli, chiunque entri nel raggio di azione delle telecamere

Questa è una regola che riguarda per lo più gli amministratori dei condomini: se, per ragioni di sicurezza, decidono di installare un sistema di videosorveglianza all'ingresso del palazzo, devono informare tutti gli inquilini, tramite cartelli o lettera scritta, della loro presenza.

Inoltre, se le immagini registrate vengono archiviate in qualsiasi forma o fanno parte di una raccolta dati, devono anche rilasciare un contatto (esempio: nome e numero di telefono) da chiamare per ulteriori informazioni.

5. Le riprese devono essere utilizzate soltanto per fini di sicurezza

Le riprese video raccolte dalle telecamere devono essere utilizzate esclusivamente per fini di sicurezza, quindi per proteggere una proprietà o le persone.

Il proprietario di un negozio, per esempio, può usare le immagini per aiutare la polizia nelle indagini, ma non per scopi di marketing.

6. Le riprese video non devono essere accessibili a chiunque

Le immagini riprese da un sistema di videosorveglianza, oltre ad essere archiviate e chiuse a chiave in un locale protetto, devono essere visionate soltanto dalle persone che hanno l'autorizzazione a farlo.

Se i video vengono trasmessi da un segnale radio alla posizione di memorizzazione, il segnale dev'essere crittografato o reso sicuro attraverso altre misure adeguate, in modo che le persone non autorizzate non siano in grado di intercettarlo e di visualizzare le immagini.

Per esempio, in un nightclub, soltanto i responsabili della sicurezza dovrebbero avere l'accesso ai video. Il personale del bar invece, questo per non infrangere la privacy delle persone interessate dalle riprese, non dovrebbe avere il permesso di visionarli.

7. L'identità delle persone riprese non dev'essere divulgata, a meno che le immagini non vengano consegnate all'autorità giudiziaria

Le riprese video, questo per non andare incontro a denunce da parte di terzi, non devono essere divulgate né tanto meno vendute o condivise sui social.

Possono essere invece rilasciate se, a richiederle, è un'autorità giudiziaria, come un giudice o un tribunale, come prove per un processo penale.

8. Le immagini registrate dalla videosorveglianza devono essere eliminate il prima possibile

Le immagini registrate dalle telecamere devono essere eliminate il prima possibile.

Danni a cose, a proprietà o lesioni a persone, di solito, vanno segnalate immediatamente o entro poche ore.

Un limite di conservazione di 24 ore, questo se non accadono altri fatti significativi, in genere è considerato sufficiente.

Tuttavia, se esistono motivi oggettivi che giustificano un periodo di conservazione più lungo, questo periodo può essere prorogato in modo appropriato.

Per esempio, se vanno in vacanza, i proprietari di una casa possono conservare le registrazioni video per periodi più lunghi del solito, ma dopo il loro ritorno devono eliminare le immagini il prima possibile.

9. Evita le telecamere fittizie come la peste

Le telecamere fittizie, che negli anni Novanta e Duemila erano considerate un ottimo rimedio per scongiurare i malintenzionati, in realtà non solo non risolvono i problemi, ma li creano.

A parte che, al giorno d'oggi, i criminali sono diventati più scaltri e sono capaci di distinguere una videocamera falsa da una autentica, ma anche se le telecamere fittizie non registrano immagini, di fatto danno come l'impressione che lo stiano facendo.

Ciò può provocare non pochi guai con la legge, quindi, a meno di non avere un avvocato (valido) dalla propria parte, le telecamere fittizie non sono raccomandate.

10. Non filmare le proprietà altrui

Le proprietà dei vicini, e questo vale anche per gli appartamenti che si trovano in un condominio e sullo stesso piano, possono essere filmate soltanto se quest'ultimi danno il loro consenso.

Inoltre, se si desidera installare un sistema di videosorveglianza nelle aree pubbliche (esempio: corridoi, lavanderia, cantina, eccetera), è necessario ottenere l'approvazione da parte di tutti gli occupanti del palazzo.

Per esempio, se nel condominio sono avvenuti episodi di vandalismo e l'amministratore desidera proteggere l'incolumità degli abitanti e scoprire l'autore dei fatti, deve chiedere dapprima il consenso ai suoi inquilini e, solo se quest'ultimi sono d'accordo, procedere successivamente con l'installazione delle telecamere a circuito chiuso negli spazi comuni.

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