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Tatuaggi religiosi: possiamo avere problemi in Paesi esteri?

Da: Francesca - Categoria: Dimensione Tatuaggio

I tatuaggi sono una moda che non ha nessuna intenzione di cedere. Sono sempre di più le persone che scelgono di farsene uno e i motivi sono davvero disparati.

C'è chi si disegna sulla pelle il nome di una persona amata, di un animale, di un familiare e chi, invece, sceglie di farsi un tatuaggio per comunicare un credo religioso.

Dopotutto il mondo della spiritualità è profondamente legato alla storia dell'arte del tattoo.

Prima di fare un tatuaggio religioso, però, è il caso di fare mente locale sui problemi ai quali si può andare incontro, in particolare se si ha la passione per i viaggi e nessuna intenzione di metterla da parte.

Con i tatuaggi religiosi non si scherza

tatuaggi religiosi, anche se spesso vengono fatti superficialmente, sono invece pregni di significati simbolici.

Ecco perché, come già ricordato, prima di farne uno è bene riflettere. In certi Paesi, infatti, possono risultare un problema.

Per capirlo basta fare riferimento a un caso salito agli onori della cronaca qualche anno fa.

Si tratta di una vicenda che ci porta in Sri Lanka, un Paese profondamente lacerato da conflitti religiosi.

Alcune delle fazioni da anni in lotta, considerano inammissibile la rappresentazione grafica di un simbolo religioso. Ciò significa che avere un tatuaggio può essere un effettivo problema.

A ricordarcelo ci pensa la storia di Naomi Coleman, una donna che, qualche anno fa, si trovava in villeggiatura proprio in Sri Lanka.

La sua vicenda è stata raccontata da alcuni dei più importanti quotidiani anglosassoni e la cosa non deve sorprendere, dato che la donna, per il tatuaggio di un Buddha, è stata arrestata dalla polizia con l'accusa di vilipendio alla religione.

Il caso appena descritto, esemplare e citato ancora dopo diversi anni, non è certo l'unico a dimostrare i problemi che possono creare i tatuaggi religiosi in certi Paesi del mondo dove è molto sentita la spiritualità.

Sempre in Sri Lanka, a un altro turista è stato vietato l'ingresso nel Paese per un tatuaggio simile a quello sfoggiato dalla turista inglese.

A quanto pare, a nulla sono valse le affermazioni di vicinanza al sentimento religioso buddhista. La polizia non gli ha accordato il permesso di entrare nel Paese.

Cosa insegnano queste storie?

Che l'approccio ai tatuaggi cambia molto a seconda del luogo del mondo in cui ci si trova.

Se in Occidente capita spesso di sceglierne di farne uno per un colpo di testa o per seguire una moda, in Paesi dove la religione tocca in maniera forte la vita quotidiana la cosa viene vista diversamente e si sente molto il significato simbolico dei disegni.

Quando i tatuaggi sono un crimine

L'elenco delle situazioni problematiche che si possono incontrare se si ha un tatuaggio religioso di grandi dimensioni e particolarmente visibile non finisce certo qui!

Abbiamo infatti parlato della spiritualità buddhista, senza fare cenno a quella islamica.

Per farlo consideriamo come esempio l'Iran. In questo Paese, che per tanti anni è stata una reppubblica teocratica, farsi un tatuaggio religioso è considerato un atto demoniaco, espressamente vietato dal Corano.

In Iran, se non si coprono i tatuaggi religiosi particolarmente visibili, si rischia grosso e si può addirittura essere arrrestati. Questo vale sia per i turisti, sia per gli abitanti del Paese.

Anche in Τurchia i tatuaggi religiosi non sono ben considerati. Chi ne ha uno deve pentirsi e rimuoverlo. Esistono casi a dir poco estremi come quello del Giappone.

Nel Paese del Sol Levante, non solo i tatuaggi religiosi possono rivelarsi un problema, ma anche quelli con soggetti differenti.

Chi è tatuato, infatti, è spesso associato alla yazuka (la mafia locale), anche in maniera immediata e automatica da persone sconosciute.

In alcuni casi è capitato che persone con tatuaggi visibili fossero espulse da hotel anche di lusso!

Conclusione

La conclusione è chiara: quando si fa un tatuaggio, specie se religioso, è bene mettere in primo piano il buonsenso.

Ciò non significa rinunciare a una passione o essere razzisti, ma semplicemente riconoscere la diversità tra le culture e, soprattutto, il differente approccio al sentimento religioso.

Come trovare il giusto equilibrio? Prima di tutto facendo tatuaggi di dimensioni non eccessive. Questo può aiutare anche dal punto di vista lavorativo.

Spesso, infatti, capita che in sede di colloquio il selezionatore scremi anche in base alla presenza di tatuaggi evidenti o con disegni non consoni.

Le regole in merito si fanno più stringenti per chi ha intenzione di intraprendere la carriera militare.

Se si ama viaggiare e si ha voglia di visitare Paesi come lo Sri Lanka o la Τhailandia, è opportuno tenere conto di questo consiglio e portarsi dietro un prodotto ad hoc per coprire i tattoo al bisogno!

In commercio ne esistono di varie gradazioni cromatiche e tutti rispettano la pelle garantendo un risultato di qualità! Provare per credere!

Vi assicuriamo che sarà più facile vivere in maniera piena la passione per i viaggi e quella per i tatuaggi.

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