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La storia della pila elettrica - Come funziona?

Quando il telecomando smette di funzionare, il nostro primo pensiero è quello di cambiare le pile. Spesso, addirittura, poichè non le abbiamo in casa procediamo a rubarle da qualche altro dispositivo sostituendole a quelle scariche del telecomando.

Quelle scariche magari le mettiamo nell'altro dispositivo e ci dimentichiamo che sono lì finchè ad un certo punto non ci servirà anche quel dispositivo, insomma, si tratta di un circolo vizioso. Ovviamente la soluzione migliore è quella di acquistarne di nuove e di averne sempre qualcuna a disposizione in casa.

Nascita della pila elettrica

Detto ciò, vi siete mai chiesto come nasce la pila elettrica? 
Si tratta sicuramente di una invenzione piuttosto recente considerando che l'elettricità è una scoperta relativamente giovane, con solo qualche secolo alle spalle. 

L'invenzione della pila è universalmente attribuita all'italiano Alessandro Volta che arrivò a tale creazione grazie agli studi fatti prima di lui da scienziati come Luigi Galvani, Jurgen Georf von Kleist, Peter von Mosschenbroeck. Quest'ultimo, in realtà, aveva anticipato Volta con un prototipo di condensatore di elettricità. 

Infatti, ai tempi di Volta i fenomeni elettrici erano ormai scientificamente compresi, tuttavia, fu lo studioso italiano a riuscire a "imprigionare" l'elettricità nella pila e ad ottenerne la paternità dell'invenzione e non solo! Infatti, se avete mai maneggiato un dispositivo che funziona con l'elettricità avrete notato la lettera V con un numero accanto, assieme alle varie diciture. Questa lettera sta per Volt, che viene appunto da Volta e che indica l'unità di misura della tensione

Infatti, oltre alla paternità dell'invenzione ad Alessandro Volta è stata attribuita anche l'unità della tensione!

Ma come funziona? 

Dal 1800 anno del brevetto della pila di Volta, la scienza è andata avanti e la pila ha subito profondi cambiamenti sia dal punto di vista estetico che di funzionamento.

La pila di Volta consisteva in una colonna di elementi voltaici sovrapposti che consistevano in dischi di zinco alternati a quelli di rame separati da un panno imbevuto di una soluzione acida (acido solforico e acqua).

La pila moderna converte l'energia chimica in energia elettrica. Essa è costituita da due scomparti separati chiamati semicelle, uno contenente una sostanza che subisce un processo di ossidazione e l'altro contenente una sostanza che subisce un processo di riduzione. Ciò significa che una sostanza perde degli elettroni mentre l'altra ne guadagna, così creando un flusso di elettroni che genera una corrente elettrica.

La pila si scaricherà quando le due sostanze avranno raggiunto uno stato di equilibrio e non vi saranno più reazioni chimiche. 

Pile scariche

Di pile ce ne sono diversi tipi e formati, in base al dispositivo a cui devono fornire energia. Una distinzione fondamentale è sicuramente tra le pile ricaricabili e quelle non ricaricabili, che una volta usate vanno buttate via. 
Queste ultime, una volta scariche, diventano un Rifiuto Urbano Pericoloso (RUP) per noi e per l'ambiente. Ecco che quindi bisognerà smaltirle secondo l'iter appropriato.

Potete optare per i contenitori che sono sparsi un po' ovunque all'entrata della farmacia, supermercato, banca e così via. Oppure potete recarvi al centro comunale specializzato nello smaltimento di materiale pericoloso.

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