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Come Illuminare una Chiesa o un Luogo di Culto con la Tecnologia Led?

Da: marilyn - Categoria: L'Arte di Illuminare

Può apparire molto strano o anche solo bizzarro riuscire ad amalgamare la tradizione – in questo caso sacra - con una nuova tecnologia.

Eppure è quello che gli architetti, gli storici e gli ingegneri italiani stanno cercando di fare. Ma prima di parlare di come illuminare una chiesa o un luogo di culto, partiamo dal principio di funzionamento di questa nuova tecnologia.

Ma come funziona la tecnologia LED?

Il Led è un componente elettronico che, nel momento in cui si ha il passaggio di una minima corrente, emette una luce priva di infrarossi ed ultravioletti, accendendosi immediatamente.

La tecnologia Light-Emitting Diodes rappresenta l’evoluzione dell’illuminazione. Infatti, la generazione della luce è ottenuta mediante semiconduttori anziché utilizzando un filamento o un gas.

Per spiegare meglio si può affermare che all’interno del LED la corrente elettrica transita in un materiale semiconduttore opportunamente trattato. In questo modo si modifica il livello energetico degli elettroni dei suoi atomi (gli elettroni vengono eccitati), si generano fotoni - o quanta di energia - che noi percepiamo come luce.

Questa è una tecnologia più efficiente dal punto di vista energetico poiché ha una durata maggiore ed è più sostenibile.

Rispettando gli standard imposti dalla normativa EN50107, i LED mantengono il 70% dell’emissione luminosa iniziale ancora dopo 50.000 ore e nonostante ciò non è detto che sia necessaria una loro sostituzione dopo queste ore di utilizzo.

I principali vantaggi che, in qualunque impiego, questa tecnologia comporta, sono:

  • Contiene polvere di silicio;
  • Non contiene gas nocivi e altre sostanze tossiche;
  • Genera calore ma non permette di dissiparlo all’esterno;
  • Costi di manutenzione molto minori rispetto agli apparati standard;
  • Robustezza;
  • Alta efficienza energetica;
  • Affidabilità;
  • Funzionamento in bassissima tensione di sicurezza.

Come si può utilizzare la tecnologia LED in Chiese e Luoghi di Culto?

Ultimamente si è compreso che tale tipo di illuminazione può essere utilizzata sia come fonte di luce che per riuscire a far emergere ulteriormente le bellezze dell’arte che ci circonda.

Esempio ormai illustre è quello dei fori romani. Ma se si illuminassero i luoghi di culto?

La luce ha da sempre, per quasi tutte le religioni, un forte valore simbolico. La luce degli dei che illumina gli uomini; il buio della sofferenza; le tinte fosche del peccato accompagnano le credenze popolari da millenni.

In particolare durante il medioevo, la luce e il colore diventano la chiave della fede: paradiso e inferno sono connotati con un contrasto netto di luci e ombre, di rosso scuro e celeste e, di conseguenza, le chiese, le costruzioni, i dipinti, e i monumenti riflettono le inflessioni delle varie epoche.

Compito odierno è valorizzare le bellezze senza deturparle e riuscire a far emergere le caratteristiche architettoniche sviluppando un sempre minore costo energetico.

L’obbiettivo principale è senza dubbio quello di ridurre l’emissione di inquinanti (per questo si è ricorsi all’illuminazione LED) e cercare di limitare l’inquinamento luminoso.

Il professore, architetto Alberto Pasetti, docente di Illuminotecnica presso la Facoltà di Design e Arti dello IUAV, sostiene che “La regia della luce è una plus valenza che permette di accedere, grazie a recenti tecnologie di controllo, a mutevoli scenari al fine di riqualificare la percezione degli ambienti e delle opere in essi contenuti.”

La decisione di adoperare la tecnologia LED rappresenta un’importante passo verso questa alternativa progettuale in particolar modo grazie alle dimensioni ridotte dei corpi illuminanti e la possibilità di gestire in bassa tensione impianti con una minima interferenza formale ed energetica.

In altre parole, lo sfruttamento di impianti più piccoli, meno imponenti e sorgenti piccole è possibile raggiungere anche punti remoti o superfici irregolari e/o troppo distanti dagli apparecchi tradizionali.

L’impiego delle minute lampadine e di una nuova tecnologia permette:

  • Di standardizzare secondo le normative gli impianti d’illuminamento;
  • Di modulare l’intensità luminosa;
  • Di rendere più razionale l’impiego dell’illuminazione;
  • Di creare scenari luminosi;
  • Di mettere in risalto i percorsi architettonici e spirituali.

Inoltre i cavi sottilissimi di cui sono dotati i LED permettono di arrivare praticamente in qualsiasi luogo di culto o chiesa poiché questi possono essere agevolmente nascosti.

Altro aspetto da non sottovalutare è il tentativo di non rovinare le opere, specialmente i quadri (che sono onnipresenti in ogni chiesa), con la luce.

Si è riusciti ad ovviare a tale problema grazie alla peculiarità dei Light-Emitting Diodes che sono caratterizzati da bassissima tensione di sicurezza che permette di salvaguardare i beni culturali.

Per di più si deve evitare di creare una zona o di luce o di ombra che inizialmente non erano presenti nell'opera e, inoltre, bisogna anche rispettare le funzioni liturgiche.

Nei vari interventi sono state utilizzate diverse temperature di colore dei LED, passando da 5000 K fino a 3000 K utilizzando sia LED bianchi che LED Full RGB.

Questo poiché è stato riscontrato che ogni opera necessita di una temperatura a lei più appropriata, ma la ricerca deve discendere da un'analisi critico/storica dell'opera.

Ogni illuminazione è una lettura interpretativa dell'opera e i sistemi di gestione permettono di ottenere diverse temperature di colore a seconda dell’esigenza. Non tutte le chiese e/o luoghi di culto infatti sono uguali ma anzi, possono differire enormemente l'uno dall'altro.

I principali interventi sono stati effettuati nella Chiesa della Visitazione, a Torino e nelle chiese di San Tommaso e del Sacro Cuore a Verona, ma si spera di poter far aderire tutta l’Italia a questo brillante progetto.

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