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Il caffè è davvero un valido alleato contro la stanchezza?

Davvero non so da dove provengano le mie idee. Sicuramente, però, uno degli ingredienti chiave è la caffeina. Un paio di tazze di caffè, e tutto prende forma”.

Basterebbe questa frase di Gary Larson, fumettista statunitense creatore di The Far Side, per identificare quello che rappresenta il caffè nella vita di tante persone.

È un piccolo piacere racchiuso all’interno di una tazzina. C’è chi lo degusta amaro, chi con un pizzico di zucchero, chi lo macchia con del latte freddo, ma la sostanza di fatto non cambia.

Nel momento in cui ci sentiamo stanchi, affaticati e vogliamo uno sprint di energia, ecco che il pensiero va subito al caffè e a tutti i benefici che questa bevanda ha sul nostro corpo.

Le stimolazioni nervose del caffè

A differenza di quanto si possa pensare, il caffè non dà assuefazione anche se consumato per un periodo prolungato.

Stiamo parlando di una bevanda che agisce sui centri nervosi e che provoca una sensazione di benessere generale migliorando riflessi e aiutandoci a essere più vigili e attenti sul lavoro.

I due responsabili di queste “stimolazioni nervose” sono la caffeina e l’acido caffettaninnico. Ogni tazzina che beviamo apporta circa 85 g di caffeina con una conseguente azione eccitante che si prolunga fino a due ore.

L’acido caffettaninnico è, invece, una miscela di vari acidi che agiscono sull’organismo come l’acido clorogenico e l’acido caffeico.

Il caffè e il rapporto con gli altri organi

Ma il caffè non è solo uno stimolatore a livello nervoso perché riesce ad apportare enormi benefici anche ad altri organi e funzioni del nostro corpo.

Ha un impatto sul cuore perché potenzia il tono arterioso senza alterare la pressione e migliorando la circolazione delle coronarie e anche i polmoni ne beneficiano perché la caffeina riesce a dilatare i bronchi e a potenziare la ventilazione polmonare.

Anche fegato, reni e intestino sono influenzati positivamente dalla caffeina perché aumenta la produzione della bile, la contrazione della cistifellea e aiuta a dilatare le arterie renali.

Dal punto di vista muscolare, il caffè aumenta la capacità di contrazione, riduce la stanchezza e migliora il rendimento sportivo. È consigliato, infatti, per gli atleti che percorrono un gran numero di chilometri perché permette di evitare l’accumulo di acido lattico e movimenti sempre più pesanti.

Il caffè, infine, facilità la digestione favorendo la secrezione dei succhi gastrici che avviano il processo digestivo ed è un valido alleato del metabolismo perché ha uno scarso valore calorico (se consumato senza zucchero).

Caffè e stanchezza: che rapporto esiste?

Dopo questa carrellata sui benefici del caffè sull’organismo e sul sistema nervoso è bene rispondere alla nostra domanda di partenza: il caffè è davvero un valido alleato contro la stanchezza?

La risposta è sì e ci arriva direttamente dalla European Food Safety Authority che ha confermato una relazione di causa-effetto tra l’assunzione di quantità moderata di caffè (3-5 al giorno distribuiti nel corso delle 24 ore) e l’aumento di attenzione e concentrazione.

Secondo l’EFSA, coloro che hanno maggiori benefici nell’assunzione di caffè nel corso della giornata sono le persone che fanno lunghi viaggi in auto e aereo e chi svolge un lavoro notturno.

Il caffè aiuta a gestire la stanchezza delle persone che soffrono di jet lag, riduce il senso di sonnolenza quando si è alla guida (fondamentale per chi percorre lunghi chilometri come camionisti o autisti di autobus) ed è un valido alleato abbassare i rischi di possibili incidenti sul lavoro.

Come abbiamo visto in precedenza, il caffè aiuta a migliorare le prestazioni sportive durante attività di resistenza o ad alta intensità.

L'importanza dell'adenosina

Sebbene lo studio abbia preso in esame atleti allenati, sembra che anche le persone con uno stile di vita più sedentario possano migliorare le proprie performance grazie a un’assunzione di una determinata dose di caffeina.

Il motivo è una sostanza chimica del cervello che va a influenzare il ciclo sonno-veglia: l’adenosina. Le sue molecole si legano ai recettori dell’encefalo, per questo è in grado di regolare l’attività cerebrale a seconda delle ore di veglia o di sonno.

La caffeina, legandosi ai recettori dell’adenosina, impedisce di rallentare l’attività cerebrale e offre una scarica di energia entro 45 minuti dal consumo.

È bene specificare, però, che i benefici della caffeina sono limitati e che i suoi effetti sul corpo e sulla psiche possono variare dalle abitudini di vita di ciascuna persona.

A tutto questo, aggiungiamo l’importanza di un regolare sonno notturno (almeno 7-8 ore) perché nel lungo periodo i benefici del caffè rischiano di scomparire se non viene accompagnato da un adeguato riposo.

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